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A review by uraniaexlibris
Twilight by Stephenie Meyer
adventurous
dark
emotional
inspiring
mysterious
sad
tense
fast-paced
- Plot- or character-driven? Plot
- Strong character development? Yes
- Loveable characters? It's complicated
- Diverse cast of characters? No
- Flaws of characters a main focus? Yes
3.0
In medio stat virtus.
Personalmente sono sempre stata scettica riguardo i libri troppo lodati e troppo criticati al tempo stesso.
Premetto di aver visto i film di questa serie nella tarda adolescenza e di averli trovati un prodotto cinematografico sublime e ben riuscito al punto di averli citati nella mia tesi di laurea. I romanzi mi accingo a leggerli all’età di venticinque anni.
Il mio verdetto non è sbilanciato né sul negativo, ma neanche sul positivo.
Non negativi perché comunque è una storia pulita e molto contenuta, il che, considerato il pubblico a cui si riferisce, va più che bene.
Inoltre, ha avuto il grande merito di rilanciare il genere del paranormal romance.
In terzo luogo, l’autrice è mormona, aspetto che si nota nella storia e che l’autrice stessa ha ammesso avere avuto molta influenza nella strutturazione della trama.
Poi se ancora si vuole tirare in ballo critiche, è evidente che quei libri non vogliano essere nulla di più che semplice intrattenimento. Perciò, keep calm, che non stiamo parlando di una novella Stoker.
A livello di critica letteraria/cinematografica, alla Meyer si riconosce certamente il grande merito di avere rivoluzionato la figura del vampiro, di aggiungere l’etica laddove nel mondo degli undead (non-morti) non era prevista.
Si può dire che Nosferatu avesse un’etica nelle sue azioni? O meglio ancora, che l’avesse Dracula?
Nulla di diverso da quel che fece Oscar Wilde con un altro undead, il fantasma (cfr. “Il Fantasma di Canterville”).
Una rilettura svecchiata, fresca, effettivamente nuova, che male non fa se si considera che i personaggi, che da sempre popolano le storie fantastiche e horror (la mummia, lo zombi, il vampiro, il fantasma), sono da sempre bloccati in stereotipi ammuffiti.
Quanto alla critica riguardo il personaggio di Isabella Swan, ricordo che si sta parlando di un romance e il romance vuole di regola (perché così è il genere letterario) il lieto fine. Così deve andare, perché questo i lettori si aspettano di leggere e la categoria di romance è nella fattispecie quella del paranormale, anch’essa con delle strutture narrative ben precise.
Quanto agli aspetti non positivi, l’unica pecca della Meyer è di aver trascurato di molto il worldbuilding, ovvero tutto ciò che c’è intorno al mondo da lei creato. Ad esempio, il passato dei personaggi si poteva approfondire meglio, oppure le storie e leggende sui vari clan dei vampiri o licantropi.
A ciò devo aggiungere con rammarico una scrittura dal tratto infantile. Poco matura, anche se nella saga un leggero cambio di stile si nota (come in “Harry Potter”), in effetti “Breaking Dawn” è l’opera dallo stile più maturo, perché del resto più matura si rende la protagonista.
Posso dire in conclusione che è una lettura da affrontare senza pretese, per passare qualche ora di svago.
Personalmente sono sempre stata scettica riguardo i libri troppo lodati e troppo criticati al tempo stesso.
Premetto di aver visto i film di questa serie nella tarda adolescenza e di averli trovati un prodotto cinematografico sublime e ben riuscito al punto di averli citati nella mia tesi di laurea. I romanzi mi accingo a leggerli all’età di venticinque anni.
Il mio verdetto non è sbilanciato né sul negativo, ma neanche sul positivo.
Non negativi perché comunque è una storia pulita e molto contenuta, il che, considerato il pubblico a cui si riferisce, va più che bene.
Inoltre, ha avuto il grande merito di rilanciare il genere del paranormal romance.
In terzo luogo, l’autrice è mormona, aspetto che si nota nella storia e che l’autrice stessa ha ammesso avere avuto molta influenza nella strutturazione della trama.
Poi se ancora si vuole tirare in ballo critiche, è evidente che quei libri non vogliano essere nulla di più che semplice intrattenimento. Perciò, keep calm, che non stiamo parlando di una novella Stoker.
A livello di critica letteraria/cinematografica, alla Meyer si riconosce certamente il grande merito di avere rivoluzionato la figura del vampiro, di aggiungere l’etica laddove nel mondo degli undead (non-morti) non era prevista.
Si può dire che Nosferatu avesse un’etica nelle sue azioni? O meglio ancora, che l’avesse Dracula?
Nulla di diverso da quel che fece Oscar Wilde con un altro undead, il fantasma (cfr. “Il Fantasma di Canterville”).
Una rilettura svecchiata, fresca, effettivamente nuova, che male non fa se si considera che i personaggi, che da sempre popolano le storie fantastiche e horror (la mummia, lo zombi, il vampiro, il fantasma), sono da sempre bloccati in stereotipi ammuffiti.
Quanto alla critica riguardo il personaggio di Isabella Swan, ricordo che si sta parlando di un romance e il romance vuole di regola (perché così è il genere letterario) il lieto fine. Così deve andare, perché questo i lettori si aspettano di leggere e la categoria di romance è nella fattispecie quella del paranormale, anch’essa con delle strutture narrative ben precise.
Quanto agli aspetti non positivi, l’unica pecca della Meyer è di aver trascurato di molto il worldbuilding, ovvero tutto ciò che c’è intorno al mondo da lei creato. Ad esempio, il passato dei personaggi si poteva approfondire meglio, oppure le storie e leggende sui vari clan dei vampiri o licantropi.
A ciò devo aggiungere con rammarico una scrittura dal tratto infantile. Poco matura, anche se nella saga un leggero cambio di stile si nota (come in “Harry Potter”), in effetti “Breaking Dawn” è l’opera dallo stile più maturo, perché del resto più matura si rende la protagonista.
Posso dire in conclusione che è una lettura da affrontare senza pretese, per passare qualche ora di svago.